Venerdì santo, 8 aprile. È sera. Un tuono fortissimo ridesta il Pellegrino, che cerca di orientarsi nel nuovo luogo in cui si trova. È buio fondo. Virgilio stesso è pallido, perché sta per “rientrare” nel Limbo (primo cerchio), in cui egli stesso è posto. Vi sono le anime di coloro i quali sono vissuti prima di Cristo e quelli morti senza battesimo. Ma la terra non trema né si odono lamenti di dolore. Dante domanda al Maestro se qualcuno mai sia uscito dal Limbo, e Virgilio narra la discesa di Cristo dopo la morte e resurrezione: Egli liberò i Patriarchi e gli Ebrei dell’Antico Testamento, i quali credettero nella venuta del Messia.
A un certo punto, l’Alighieri vede un fuoco che vince un emisfero di tenebre, intuendo che lì dimorano persone degne di onore. Infatti una voce esclama: «Onorate l’altissimo poeta;/ l’ombra sua torna, ch’era dipartita» (vv. 80-81). Quattro ombre si avvicinano: Omero, Orazio, Ovidio, Lucano. Virgilio presenta loro Dante, che entra, per un attimo solo, nella schiera («sì ch’io fui sesto tra cotanto senno»: è la dichiarazione inequivocabile secondo cui egli si immette nella scia della classicità, quale continuatore fra l’antico e il moderno). Quindi procedono fino alla “lumera”, un nobile castello «sette volte cerchiato d’alte mura,/ difeso intorno d’un bel fiumicello» (vv. 107-108). Nonostante le difese logistiche, entrano, scorgendo su un prato verde i grandi spiriti che si sono distinti per il coraggio, in antico, e per altezza d’ingegno: Elettra, Ettore, Enea, Cesare con gli occhi grifagni (nell’XI del Paradiso lo descriverà così: «colui ch’a tutto il mondo fe’ paura»), e tanti altri, fra cui Camilla e Lavinia, Lucrezia e Marzia (di cui si parlerà a Catone Uticense nel I del Purgatorio), quindi Socrate, Platone e Aristotele («Il maestro di color che sanno»), Seneca, Tolomeo, Avicenna, Averroè, Euclide, Galieno e tanti altri. Ma la compagnia si scioglie, e i due giungono in un luogo in cui non c’è luce.
Abbiamo incontrato, grazie a Virgilio e a Dante, spiriti magni relegati in questa zona dove sono esclusi dalla visione di Dio, quel Dio che non conobbero – e non per colpa loro. E tuttavia bramano Dio. Insomma, «al tempo degli dèi falsi e bugiardi» gli uomini o mancarono di una fede, o credettero in modo errato. Ma poi, dopo la venuta di Cristo, i peccatori furono renitenti alla Fede vera.