Lucerna (Svizzera)
In occasione del Giorno della memoria ogni anno la Dante di Lucerna dedicar un contributo a questo tema. Tre ragazzi del Conservatorio di musica di Milano hanno ideato una storia per i bambini, per poi musicarla.
Ecco il link per scaricare il video https://we.tl/t-mEp0U5eqSI
Questo il testo:
IL CANTO DI NATHAN
A casa di Nathan la musica è sempre presente. Intorno a un pianoforte la sera si canta felici e sereni, nonostante la guerra in corso e le nubi minacciose che si avvicinano.
Una sera i soldati tedeschi entrano in casa di Nathan e con lui, catturano anche i suoi genitori.
Nathan viene caricato con tutta la sua famiglia sopra un treno dove ci sono centinaia di persone ammassate al buio e al freddo.
Dopo un viaggio lunghissimo aprono i portelloni e Nathan si trova in un campo in mezzo alla neve. Ci sono baracche, filo spinato. Viene diviso dai suoi genitori e con altri bambini si ritrova in questo cortile desolato con i soldati tedeschi che gridano qualcosa di incomprensibile. Una manina fredda stringe la sua mano.
È Isaac, un bambino che, come lui, sta tremando dalla paura.
Quando succede qualcosa di brutto è sempre meglio avere un amico vicino
Non è tanto il dolore del tatuaggio con il numero sul braccio, o la doccia gelata che lo intristiscono, quanto il fatto che gli taglino i capelli. Nathan ha la testa rasata e i suoi vestiti vengono buttati. C’è solo un pigiama a righe, per tutto il giorno, non solo quando si deve andare a dormire.
Non c’è cosa peggiore per un bambino non avere vicino la sua mamma la sera. Di giorno ci può stare, ma la sera una mamma deve stare vicino al suo bambino. Nathan non sa dove sia la sua mamma, e nemmeno il papà, ma da loro ha imparato a essere forte di fronte alle difficoltà. E lui vuole essere forte.
Il suo amico Isaac sta piangendo e chiamando la mamma. Nathan si avvicina e canta una canzone.
Poco alla volta anche gli altri bambini cantano insieme a lui.
La musica è come la mamma. Coccola e ci fa addormentare sereni.
Quando Isaac e Nathan hanno fame, perché al campo il cibo scarseggia, fanno un gioco: mangiano le note che cantano. Il DO, per esempio è come un biscotto e se canti un DO lo senti dolce, con i granelli di zucchero sopra. Il Re è piccante, questo si sa, il MI è duro da masticare, ed è un po’ salato, ma non è male. Non c’è niente di così buono come un SOL, bello, soffice, saporito.
Le note della musica non sono solo belle, ma anche buone.
Sopra ogni scaffale letto dormono fino a dieci bambini. A volte sui muri fanno disegni e le pareti sembrano meno grigie. Ma quando arriva la sera, e con il buio la paura si fa più grande, non c’è come la musica che li aiuta a cancellare tutto quello che si vede e si sente nel campo: le persone trattate male, le urla, i cani che abbaiano, il fumo nero che esce dalle pareti del palazzo grigio, il filo spinato che non permette di uscire dal campo.
Nathan ha insegnato una canzone a tutti i bambini e prima di andare a dormire la cantano tutti insieme. Isaac si impegna molto anche se a volte combina pasticci, e quando la sua voce stona, tutti ridono.
La musica è magica. A volte riesce a far passare la paura
Dall’altra parte del campo ci sono altri bambini, ma non si può andare a trovarli per via del filo spinato.
L’altro giorno Nathan ha incrociato una bambina, dietro al filo e le ha chiesto il nome. La bambina ha risposto ma Nathan non ha capito. Incrociando i suoi occhi Nathan sa che anche la bambina si chiede il perché. Perché li hanno divisi dai genitori, perché li trattano male, perché non possono tornare a casa.
Quando incrocia i suoi occhi vede tutte queste domande che le passano davanti e sa che nemmeno lei capisce.
I bambini si fanno le domande e non amano le brutte risposte.
Oggi Nathan non riesce a cantare con i suoi amici. Ha la febbre è alta e non ce la fa a stare in piedi. Ha molto freddo e il pigiama a righe non è sufficiente per scaldarlo. Isaac si avvicina e gli canta la sua canzone preferita. Isaac canta davvero bene ora, non stona più e a Nathan tornano in mente tutti i ricordi belli della sua casa, della sua famiglia.
La musica è così potente che riesce perfino a scaldarti dal freddo.
Un bambino non dovrebbe essere rinchiuso nemmeno in camera sua. Figurarsi in un campo di concentramento. Un bambino non può stare in un posto così brutto.
Nathan non può stare al campo un giorno di più, la febbre non passa e lui vuole tornare a casa. Così si concentra, sa che la musica è magica e se riuscirà a cavalcare le note, a salirci sopra potrebbe alzarsi in volo.
Nathan sente che può diventare quella musica, quelle note, sollevarsi dal letto, superare il filo spinato e tornare a casa sua.
Ci vuole una cosa bella per cancellarne una brutta. Ecco perché c’è la musica.
Quando i soldati buoni hanno liberato tutti dai campi di concentramento, nella confusione di quei momenti hanno trovato Isaac ma non Nathan. Nessuno sa dove sia finito.
Siamo andati a cercare Isaac dopo tutti questi anni passati. Ora lui è anziano, vive in posto tranquillo con i figli e i suoi nipotini, e suona il pianoforte. Si ricorda tutto, proprio tutto di quei terribili giorni.
Quando gli abbiamo chiesto del suo amico Nathan e se lo ha rivisto dopo i giorni passati insieme nel campo lui ci ha risposto che Nathan lo vede quando vuole. È davvero qualcosa di magico, ci dice. Il mio amico ha ragione, ha sempre avuto ragione.
Ogni volta che Isaac si siede al pianoforte e suona, Nathan torna da lui trasformandosi in musica.