Monte Circeo e Gaeta
prima che sì Enëa la nomasse
Quando
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enea la nomasse,
(Inferno, XXVI, 90-93)
Dal monte Circeo parte il racconto che fa Ulisse, avvolto dalla “fiamma antica”, del suo ultimo viaggio: si collega al racconto dell’Eneide, libro VII, 1-24, e a quello delle Metamorfosi, XIV 158-451. Nei versi di Virgilio le spiagge della maga sono sfiorate e superate dalle navi troiane subito dopo il rapido accenno alla morte di Caieta, la nutrice di Enea ed eponima di Gaeta, dove fu sepolta, vicino alle dimore di Circe.
Più ampia e distesa, la narrazione di Ovidio riassume la vicenda del soggiorno di Ulisse attraverso il racconto di Macareo; questo compagno non lo ha seguito dopo la sua partenza da Circe ed è rimasto nei paraggi, dove poi incontrerà Enea.
La dolcezza mortale dell’immortale Circe, minaccia alla natura umana e la sua riconduzione al mondo animale, si piega al fascino di Ulisse che le fa restituire la natura umana ai propri compagni.
Trasformazioni simili a quelle di cui, secondo la descrizione di Guido del Duca della valle dell’Arno, nella seconda cornice del Purgatorio, sono vittime i contemporanei abitanti della Toscana:“hanno sì mutata lor natura /li abitator de la misera valle, /che par che Circe li avesse in pastura”(Purgatorio, XIV, 40-42).
quel corno d’Ausonia che s’imborga
di Bari e di Gaeta e di Catona,
da ove Tronto e Verde in mare sgorga.
(Paradiso, VIII 61-63)
Nel De vulgari eloquentia, I ix 4, Caetani e Neapoletani, pur assegnati entrambi alla medesima stirpe, sono divisi per parlata. Gaeta era una delle fortezze in cui s’imborgava il regno meridionale, conquistato dagli Angioini e al loro rampollo Carlo Martello, che Dante incontra nel cielo di Venere, ne sarebbe spettata la corona se per la sua morte prematura non fosse passata al fratello Roberto.
Avamposto nordoccidentale del regno, l’attuale Garigliano (il nome Viride è attestato in carte dell’XI secolo, riferito al Liri), il castello è stato l’ultimo rifugio dei Borbonici assediati col re Francesco II dalle truppe sabaude dopo la spedizione dei Mille e poi a lungo è stato carcere militare. Ora una parte di esso (la Caserma Mazzini, così detta perché vi fu prigioniero Giuseppe Mazzini dall’agosto all’ottobre del 1870) è la Scuola Nautica della Guardia di Finanza.
«… Ecco, ed all'isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch'era sorella d'Eèta, signore di mente feroce.»
(Odissea, Canto X, vv. 135-137).
Secondo il poema omerico, il Monte Circeo è il luogo in cui approdò Ulisse dopo le varie peregrinazioni per ritornare a Itaca, un promontorio che sembrava emergere dal mare come un’isola. Qui incontrò la Maga Circe, il cui profilo sarebbe oggi ancora visibile nella sagoma della montagna.