E parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde

Il legame di Dante con la città di Verona è molto stretto perché in due periodi del suo lungo esilio visse qui (nel 1303-1304 e tra il 1312 e il 1318) ospite di Cangrande della Scala, chiamato nella Commedia, nel corso di una profezia espressa dal trisavolo Cacciaguida sul destino esule del poeta, "il gran Lombardo" dal momento che la città afferiva a quelle terre al tempo.
Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che ’n su la scala porta il santo uccello
ch'in te avrà sì benigno riguardo,
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che tra li altri è più tardo

(Paradiso, XVII; 70-75)

Dante dedica la terza Cantica, il Paradiso, al suo protettore veronese e lo definisce "magnifico e vittorioso vicario dell’imperatore nelle città di Verona e Vicenza" (Epistola XIII).

Nella Commedia Verona è mezionata anche nelle altre cantiche; nel Canto XV dell'Inferno il Poeta evoca il palio del drappo verde veronese, tradizionalmente corso a inizio della Quaresima per descrivere il congedo di corsa di Brunetto Latini:
Poi si rivolse, e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna; e parve di costoro
quelli che vince, non colui che perde…

(Inferno, XV, 121-124)

Nel Purgatorio, nella celebre invettiva del Canto VI, dedicato a tematiche politiche, è citata la famiglia veronese dei Montecchi (nota ai lettori di tutto il mondo per il tragico amore degli shakespeariani Giulietta e Romeo) e la sua avversità ai cremonesi Cappelletti.

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!

[...]
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!

(Purgatorio, VI, 76-78 e 106-108)

Verona è presa in esame anche nel De vulgari eloquentia in I, ix 4, a proposito della differenza della loquela dei suoi cittadini da quella dei milanesi, e poi in I xix 4, e in I xiv 5, per il volgare ispido e rozzo, comune ai bresciani, ai veronesi e ai vicentini.

undefined
Leggere di Verona

La città degli innamorati

L'opera che rende Verona famigliare al pubblico della letteratura internazionale è la tragedia di William Shakespeare (1564-1616) Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet) del 1597. La fama di quell'amore tragico e disperato ha fatto di Verona una "città degli innamorati".