Giuliana Poli intervista Licia Troisi

Il XXX Canto dei Paradiso inizia con un allineamento astrologico che poi si riflette dentro l’uomo. Quando le stelle, il Sole e l’Aurora in un momento magico dell’inizio del giorno, collimano per brevissimo tempo e con l’avanzare dei minuti, con la proiezione dell’ombra dovuta dal Sole, le stelle diventano invisibili ai nostri occhi. Con le stessa modalità Dante vede sfumare “la vista” del trionfo angelico che danza intorno all’Altissimo per ritornare allo sguardo di amore di Beatrice. Il XXX del Paradiso è il canto della visione, dell’andare oltre la nostra dimensione in mondi sconosciuti ed in quella magia che è fuori, ma soprattutto dentro di noi. Nella trasformazione alchemica che avviene nell’inferno la prima parte della nigredo si riassume nell’affermazione: “Non abbiamo occhi per vedere”. Con la crescita della consapevolezza invece la vista diventa sempre più acuta e il Poeta arriva a vedere l’Empireo. Coloro come Dante che hanno la percezione interiorizzata della metamorfosi in Dio sono toccati dalla Grazia, dalla Cortesia della Rosa, la quale ha concesso di fare esperienza nel proprio transumanare. La Rosa che è il punto centrale dell’universo sembra immutabile ed è avvolta dal movimento del primo mobile che lei stessa imprime facendo ruotare vorticosamente il moto dei cieli sottostanti. È il tempio, il primo motore dal qual tutto ha origine.

LEGGI DI PIÙ SU BLOG.DANTE.GLOBAL > link qui https://blog.dante.global/tag/dante-secondo-lei

Licia Troisi è nata a Roma nel 1980. Laureata in astrofisica e con un dottorato in astronomia, è nota soprattutto per le sue saghe fantasy, tra cui La Saga del Mondo Emerso, I Regni di Nashira, La Ragazza Drago. È autrice di libri divulgativi e conduce su Rai5 la trasmissione culturale Terza Pagina.

Giuliana Poli, ricercatrice di antropologia culturale, scrittrice di Tradizione, scrittrice di monografie e testi su opere d’Arte, analista ed esperta d’iconografia ed iconologia di opere d’arte. Analisi semantica del linguaggio dell’Arte e della parola.