Giuliana Poli intervista Sharon Alario

Molti sono li animali a cui s’ammoglia,
e più saranno ancora, infin che ‘l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.

Questi non ciberà terra né peltro
Ma sapienza, amore e virtude
E sua nazion sarà tra feltro e feltro

Di quella umile Italia fia salute
Per cui morì la Vergine Camilla
Eurialo e Turno e Niso di ferute.

Questi la caccerà per ogni villa,
fin che l’avrà rimessa ne lo ‘nferno,
là onde invidia prima dipartilla.

Lei…la regina dei Volsci che si lanciava in ogni mischia, inseguiva e colpiva a morte, facendo strage di troiani, non si accorse dell’etrusco Arunte che la seguiva.
L’uomo scagliò il giavellotto facendolo sibilare nel vento. Quel vibrare attirò l’attenzione dei guerrieri volsci, che con il fiato sospeso, sgomenti sentirono il sordo dolore della fine della loro regina. Camilla si strappò la lancia, ma la punta restò nelle costole e morì tra le sue nobili guerriere amazzoni che nel frattempo erano accorse intorno a Lei. Una delle protagoniste dell’Eneide di Virgilio, Camilla, da sempre ha suscitato interesse e fatto scorrere fiumi d’inchiostro tra gli studiosi. Dante la riprenderà più volte nella Divina Commedia, anche se in maniera diversa rispetto al poeta di Augusto.

Ma come mai Camilla commise l’ingenuità che le costò la vita? Nel I Canto dell’Inferno Dante fa dire a Virgilio una profezia: che la lupa che ha sbarrato la strada al sommo Poeta perirà sotto il Veltro, quel cane sacro che inseguirà l’animale ovunque, in ogni villa, finché l’avrà ricacciata nell’inferno più profondo, là dove è partita la sua invidia (v.108-110). Il Veltro permetterà di cibarsi non di materia ma di sapienza, amore e virtù e riporterà salute a quell’umile Italia per la quale morì la vergine Camilla, Eurialo, Turno e Niso. Sono quattro i personaggi ripresi da Dante e descritti nell’Eneide da Virgilio che combatterono la stessa guerra in fazioni opposte: Eurialo e Niso per i troiani e Turno e Camilla per gli italici. Nell’Eneide tutti e quattro moriranno per lo stesso motivo: accecati dalla brama dell’oro. Questo fatto potrebbe far pensare ad un atto di cupidigia dei guerrieri, come del resto si legge nei molti commenti esegetici del verso in esame. Siamo però in presenza di una vergine guerriera cresciuta nei boschi lontano da qualsiasi tentazione materiale, di due ragazzi (Niso ed Eurialo) animati dal fervore e dal più puro sentimento di amicizia e affetto nonché da un sentimento di gloria, e di un bellissimo eroe semidivino di stampo antico (Turno) che antepone la fierezza e l’onore a qualsiasi considerazione materiale.
La morte della vergine sarà il preludio della sconfitta degli italici e la vittoria di Enea, il passaggio dai culti matrilineari a quelli patrilineari. Virgilio e quindi Ottaviano Augusto trasformerà la figura di Apollo, il quale in realtà in origine aveva un viso androginico e femminile, ballava con danze sciamaniche e suonava la lira, in un Dio militare. E’ indubbio che la morte di Camilla nell’Eneide diventa quindi il centro d’inizio di un nuovo periodo storico romano, al quale Virgilio ne crea la legittimazione attraverso il sangue di esseri immortali devoti alla Madre italica. Le Amazzoni che furono le ultime guerriere dei culti matrilineari, indossavano una cintura sacra che rappresentava il cerchio magico che formavano le guerriere attorno al Paradiso celeste. Camilla che nell’Eneide è mito, in Dante diventa pura consacrazione. Camilla, il cui nome significa proprio consacrata agli dei è l’incarnazione terrena della Dea e sarà come Artemide la vergine mediatrice tra i due mondi. Sul suo sacrificio e dal suo sangue nascerà Roma, il nuovo impero.

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Sharon Alario, imprenditrice e conduttrice televisiva e radiofonica.

*Giuliana Poli, ricercatrice di antropologia culturale, scrittrice di Tradizione, scrittrice di monografie e testi su opere d’Arte, analista ed esperta d’iconografia ed iconologia di opere d’arte. Analisi semantica del linguaggio dell’Arte e della parola.