Su la marina dove 'l Po discende

Ravenna, la città dove Dante concluse la sua vita, è citata in svariati passaggi della Commedia e in altri dell’opera dantesca. A Ravenna risalgono tra l'altro le origini della famiglia da Polenta, ghibellina, e il matrimonio di Francesca e Malatesta, amanti per antonomasia. Francesca richiama le sue origini:
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.

(Inferno, V, 97-99)

Nel successivo canto XXVII Dante, ricordando la signoria della famiglia da Polenta, spiega a Guido da Montefeltro che:
Ravenna sta come stata è molt'anni:
l'aguglia da Polenta la si cova,
sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni"

(Inferno, XXVII, 36-38)

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LEGGERE DI RAVENNA

Foscolo sulla tomba di Dante

Non fu ravennate, ma per descrivere una città così dantesca scegliamo Ugo Foscolo, tra i più celebri commentatori di Dante, perché nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis porta il protagonista, alter ego dell'autore, a decidere di togliersi la vita proprio sulla tomba del Sommo poeta. Foscolo dedicò a Dante anche un celebre commentario, negli anni della vita inglese, ossia tra 1816 e 1827. Dante figura già nelle opere giovanili di poesia che testimoniano un vero e proprio culto, rivisto in senso molto personale. L'ode A Dante del 1795 testimonia il primo slancio verso il poeta, poi sviluppato con una critica rivolta a Dante visto come poeta religioso e culminata tra l'altro nella visione eroica dei Sepolcri dove Foscolo afferma: "E tu prima, Firenze, udivi il carme / che allegrò l'ira al ghibellin fuggiasco".